Ultime disponibilità per Sparta

Un post come questo di Chinaski fa immediatamente ridere ma rimesta nella pancia del genitore un sentimento che è liberatorio far affiorare.
Leggetelo il post, magari la prima volta solo per ridere e la seconda invece chiedetevi cosa avreste risposto voi, a quel ragazzo.

Non voglio certo difendere a prescindere il nostro sistema scolastico e nemmeno ho i titoli per valutarne l’adeguatezza e l’efficacia.
La nostra angoscia di genitori di adolescenti di questo periodo è che siano davvero troppo abituati al facile, alle cose fatte su misura per loro e che quindi si trovino poi inermi quando devono affrontare le normali difficoltà della vita.
Lo vediamo quando si allenano ad uno sport: poco entusiamo e nessuna predisposizione a fare fatica per ottenere risultati.
Se dopo il secondo allenamento non si sentono già quasi campioni sembrano perdere interesse, mollano senza considerare che i risultati sono a portata di mano, basterebbe avere pazienza per qualche settimana e fare un minimo di fatica.
Sarebbe consolatorio dare la colpa la scuola, dire che non si è adeguata ai tempi (probabilmente è vero ma quando mai è stata puntuale nel farlo?), ma dentro di noi abbiamo lo spaventoso dubbio che il problema stia a monte, nel nostro modo di educare (e questo ci spaventa) oppure altrove, fuori dalla famiglia, e questo ci spaventa molto di più come del resto fa ogni cosa che non riusciamo bene ad identificare e classificare.

E’ sufficiente dire ai nostri ragazzi che ai nostri tempi se venivi rimandato a settembre prendevi come minimo un ceffone e molto probabilmente ti giocavi tutti i progetti che avevi fatto per l’estate?
Ovviamente no.
Sono degli sfaticati decerebrati capaci solo di digitare sulla tastiera dello smartphone a velocità per noi impossibili?
Sappiamo benissimo che non è così, e non è il core de mamma che parla.

E’ che nessuno di noi, con quel tanto o poco lasciatogli, dalla scuola italiana, sa cosa fare in questa situazione, e chi dice il contrario su un giornale o per andare in TV probabilmente mente o non sa fino in fondo quel che sta dicendo.
E baratteremmo volentieri un sonoro 4 in Genitorialità Contemporanea per un qualsiasi indizio che ci mettesse sulla strada giusta.

Filosofia della parmigiana

Mentre sparavo sgrassatore come un forsennato sperando che la sola forza della chimica bastasse a far sparire le macchie di pomodoro rinsecchito dalla superficie una volta luccicante dei fornelli, contavo mentalmente quanto tempo avevo speso per cucinare la parmigiana di melanzane:
– una mezz’ora abbondante per comprare gli ingredienti necessari (se avessi preferito i commercianti di quartiere al perfido supermercato ci avrei messo qualcosa di più)
– una ora e mezza di preparazione, in buona parte spesa a grigliare melanzane nei 30° dei primi di agosto, ad un metro circa dal forno che lentamente arrivava ai 180° previsti cominciando a disperdere generosamente nell’ambiente parte del calore generato
– mezz’ora circa per sparecchiare, lavare i piatti e riporre gli avanzi (era buona, ma le mie porzioni sono quelle della nonna di un qualsiasi youtuber del sud).

Totale: 2,5 ore circa
Tempo necessario a consumare un porzione: 10 minuti (scarsi)

Ho cominciato a fare paragoni e paralleli, pensando ad esempio alle ore e ore di girato che finiscono poi per fare un’ora e mezza di film, oppure alle migliaia di ore che un nuotatore passa in vasca rinunciando a tutto il resto della propria vita per poi giocarsi il tutto in qualche minuto.
(I 9 mesi di gravidanza li ho esclusi perchè poi un figlio, di solito, ti rimane tutta la vita e l’aspettativa media di una donna in età fertile è probabilmente superiore ai 9 mesi in buona parte del mondo).

Quanto tempo ho passato a studiare i miei saggi di flauto che poi duravano massimo 5 minuti? Pomeriggi, mentre i miei amici erano ai giardinetti a giocare a pallone e imparare le prima parolacce da quelli più grandi.

Facile arrivare a conclusioni sulla tristezza della condizione umana, ma poi ho pensato che a noi essere umani piace così: quando abbiamo in testa il risultato questo diventa l’idolo a cui rimaniamo più fedeli.
Ci piace fare le cose, con le nostre mani o con la nostra testa, e quando riusciamo a fregarcene di quanto ci costa farle, queste cose, possiamo essere felici in tanti modi diversi, in una scala che va da un estremo all’altro dello spettro delle emozioni che siamo in grado di provare.

Poi ho anche pensato che la prossima volta mi faccio meno seghe mentali e vado in rosticceria.

Il senescente e gli Youtuber, cap.1

Sospetto che gli youtuber seguiti dai miei figli (gente che si riprende mentre gioca ai videogiochi) seguano dei corsi di dizione e intonazione appositi: mi rifiuto di pensare che qualcuno possa già nascere con una vocetta così garrula e irritante.

Dopo 5 minuti che sento gridolini e imprecazioni da Ned Flanders * l’istinto che mi viene è sempre quello di strappare il tablet dalle mani di mio figlio e portarlo di peso davanti al PC e costringerlo a giocare lui, fino a farsi venire le convulsioni.

*Scopri anche tu se sei senescente oppure no: conosci Ned Flanders?
SI – benvenuto nella categoria, quelli prima di noi li chiamavano boomer, c’è una definizione anche per noi, ma ovviamente noi non lo sappiamo.
NO – o sei davvero giovane o hai passato i primi due decenni della tua vita guardando solo l’Albero Azzurro. In ciascun caso clicca almeno qui.