Dubbi da quarta settimana

Oggi alla radio passava la notizia che l’inflazione è al 3,3%, la più alta negli ultimi 12 anni e quasi sicuramente il dato non corrisponde alla realtà di tutti noi.
Nonostante fossi alla guida della mia macchina comprata un paio di mesi fa senza nemmeno una rata, mi sono scoperto molto interessato.

Ora mi vien da pensare che se qualche anno fa, quando tutti correvamo a comprare il secondo telefonino e il computer per fare le ricerche scolastiche dei figli, Altan avesse fatto una vignetta del genere, forse l’Espresso non gliel’avrebbe pubblicata.

E qui ti voglio

Anche se mi ero promesso di non parlare di campagna elettorale e politica in generale, oggi sul sito de il Giornale leggo una perentoria dichiarazione di Sandro Bondi – coordinatore di Forza Italia – sulle candidature nel Pdl (corsivo mio):

Eventuali procedimenti penali che riguardano nostri parlamentari o eventuali candidati, esclusi quelli che, come sappiamo, hanno un origine di carattere politico, costituiscono un motivo sufficiente di esclusione dalle nostre liste.

Bravo, signor Bondi, però adesso definisca “politico”, giusto per capirci.

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Coerenza

“Così fan tutti” ha dichiarato qualche giorno fa Clemente Mastella, volontariamente avocando a sè la personificazione di quel modo di fare politica all’italiana tutto volto al personale, al particolare. Si è parlato di clan, di gestione familiare del potere.
“Così fan tutti
“, lo sappiamo.

Quando Bertinotti fece cadere l’allora governo Prodi, gli si cucì addosso l’abito dell’idealista traditore. La sua defezione dalla maggioranza di governo fu, almeno teoricamente, fondata su basi ideologiche, politiche e programmatiche. Un fatto di coerenza, almeno secondo Bertinotti.
Adesso tocca a Mastella: fa cadere il governo di cui fa parte, lascia senza guida un Paese che stava provando a darsi una regolata, manda di nuovo tutti alle urne e per di più con una legge elettorale che gli consentirà ancora di fare il bello e cattivo tempo con il nuovo governo (di cui sicuramente farà parte, statene certi).
Questo governo non mi difende, dice in sostanza il nostro ex-ministro. Toccato nel personale, non c’è programma, senso di appartenenza o responsabilità nei confronti dello Stato che tenga. Coerentemente con l’immagine che abbiamo di lui, Clemente pensa al proprio, minaccia e poi si vendica.
Una coerenza alla persecuzione del proprio tornaconto personale così sfacciata ed ostinata che forse fa invidia persino in quel di Arcore.

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