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Una delle anime più vere di Milano si trova nelle sciure che incontri in zone come quella dove vivo, vicina al centro, ma altrettanto vicina alla periferia, dove guardano il Castello da Corso Sempione ma hanno Quarto Oggiaro che incombe alle spalle.
Queste signore sempre ben vestite, troppo truccate, troppo alla moda per la loro età.
Con i gioielli da prima della Scala anche se vanno dal panettiere e la pelliccia non appena fa freddo.
Si credono belle, eleganti e milanesi, diverse e migliori da chiunque abiti due traverse più in là, verso la periferia, verso gli extracomunitari.
Hanno il bastardino al guinzaglio ma lo trattano come se fosse un barboncino con chilometri di pedigree. Giocano a fare la gran signore e lo vedi che ci credono davvero.

Milano si crede capitale morale, capitale della moda, capitale della cultura, capitale dell’Europa, ma stagna e arretra come fa il resto del Paese.

Milano sta seduta sul suo passato e sui miti che ha generato, e non ammette che ormai, per quanto non so, le rimangono la moda e il design a darle un minimo di lustro.

Milano ha in mano un progetto proposto e realizzato da due italiani che tutto il mondo ammira: Claudio Abbado e Renzo Piano, e in poche parole, di questo progetto non sa che farsene.

Milano non sa più pensare in grande, i cittadini che firmano la petizione invece sanno ancora sognare una Milano degna di se stessa.

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