Come in Iraq

Qui a Voghera, dove vivo, quasi un centinaio di persone sono state sgombrate dalle loro abitazioni perchè si è scoperto che il gestore della trattoria vicina teneva sottocasa un arsenale che meriterebbe una risoluzione dell’ ONU.
Il giornale locale riferisce che nelle cantine è stata ritrovata "…un’ ingente quantità di bombe, granate, mine anticarro e addirittura un cannone".
Cosa se ne facesse dovrà spiegarlo alle autorità. Nel frattempo si cerca di minimizzare gli effetti della necessaria bonifica: si parla di negozi chiusi per una quindicina di giorni, gente costretta a stare per altrettanto tempo fuori di casa e viabilità in panne.
Se il locandiere, abbastanza noto in quella che è una cittadina di circa 40mila abitanti, voleva fare la rivoluzione, direi che ha cominciato bene.

L’articolo su La Provincia Pavese

Meglio tardi che mai (?)

Tiscali chiede scusa ai suoi utenti per i problemi della connettività ADSL.
Peccato che ci abbiano messo molti mesi e non so quante lettere di protesta per accorgersi che molti disgraziati navigano con prestazioni degne di un normale modem analogico, disconnessioni comprese.
Nel frattempo si sono intensificate le campagne promozionali, tanto che ho perso il conto di quanto mesi di abbonamento regalino (sette, nove?).

Informazione o propaganda?

Che l’ultima guerra in Iraq sia stato combattuta anche sui media non è sicuramente un mistero.
Sul suo blog Massimo Mantellini segnala un palese episodio di manipolazione delle immagini fatta ad opera di una famoso quotidiano britannico, l’Evening Standard.
L’immagine di una piccola folla di iracheni esultanti sarebbe stata manipolata per simulare una assembramento molto più vasto, così che sopra su potesse titolare a caratteri cubitali “FREEDOM”.

Per chi ha voglia di leggere c’è tutta la storia, corredata di fotografie e spiegazioni dettagliate su The Memory Hole