Dopo gli americani, tocca a noi.
Io sono a letto, mio fratello rientra e si muove per casa con una candela.
Che c**** fai?
Tutta la città è al buio, non c’è più la corrente.
mmm….buonanotte.
‘notte. (soffia sulla candela)
Ma non dormo per niente. Ca**o, ormai quando succedono queste cose non puoi più passarci sopra, sei condannato a pensare subito alle catastrofi, non è più solo un blackout.
Ho appena finito di leggere il nuovo libro di Stefano Benni, dove durante una cena i convitati rimangono al buio e perdono istantaneamente tutta la loro sicurezza che ostentano così volentieri. Ammetto di essere inquieto anch’io. Mi addormento.
Mattina (ehm…mezzogiorno): la luce è tornata e stavolta il buon Dio non c’entra niente.
Prima leggo su Internet, poi mangiando mi guardo il TG: tutta l’Italia al buio.
Interviste ai vari responsabili e servizi inutili con le macchine dei giornalisti che documentano il buio – è nero, lo sapevamo, grazie.
Dicono che si sono interrotte contemporaneamente le due linee che ci portano l’energia da oltre le Alpi, la linea primaria e quella che dovrebbe funzionare in caso di emergenze. Che strano.
Nel frattempo tutti concordano: più centrali per tutti, meno ricorsi al TAR e pastoie burocratiche. Chi si oppone alla costruzione di nuovi impianti non capisce che lo fa contro l’interesse del Paese.
E chi lo sa, però mi trovo a condividere il dubbio di Massimo Mantellini: tutte questo può sembrare un po’ strano, anche senza essere di quelli che vedono complotti dappertutto. Se siano o no” blackout politici” non possiamo sicuramente dirlo.
Nel frattempo, neanche una riga sul blackout sul sito dell’Enel.