Titoloni per bietoloni

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Il titolo qui sopra è oggi su uno dei quotidiani più letti in Italia.
Se solo io ci vedo ignoranza e quel tanto di razzismo che da sempre accompagna Balotelli, ditemelo che mi metto il cuore in pace una volta per tutte.

Che poi sto “Balo” rimarrà il re della giungla fino al primo gol sbagliato, poi tornerà ad essere solo un “negro” arrogante e neanche tanto capace di giocare al pallone.

Una serata qualunque

Mi chiamo Enrico, ho 38 anni, abito a Milano.
L’Italia è il Paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti.
Ieri sera, dopo cena, mi sono messo davanti alla TV e ho cambiato canale finchè non c’erano più fiction.
Un signore barbuto che assomigliava a Gad Lerner parlava dalla sezione del PD a Firenze a cui è iscritto Matteo Renzi. Con i militanti seduti attorno al tavolo si faceva il funerale alla parola sinistra.
Mi sono guardato in giro, in effetti alla mia sinistra, sul mio divano rosso, non c’era proprio niente.
In TV, seduti attorno a tavolo, c’erano il militante anziano con i baffi (“Da Stalin a Renzi”), la ragazza giovane tutta ben vestita (“Io son bene cosa ha in testa Matteo”) e poi c’era quello di 40 anni che votava Berlusconi.
“Sono stato anche io folgorato da Berlusconi”, diceva senza troppa umiltà.

“Interessante questa trasmissione”, ho pensato io. E ho preso gli occhiali che stavano proprio lì, alla mia destra, sul mio divano rosso.

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I dettagli in un blister

Basta un piccolo viaggio al di là delle Alpi, a pochissime ore di viaggio dall’Italia, per notare le piccole e grandi differenze che ci sono tra noi e gli altri europei.
Per molti aspetti andare a Vienna è un po’ come sognare ad occhi aperti: verde pubblico, strade pulite, beni storici valutati come si deve, musei ben gestiti, trasporti pubblici che funzionano e poco traffico. Senza contare i commercianti mediamente molto più onesti dei nostri, soprattutto quando si parla di centro città, dove il confronto è impari.
VI può succedere ad esempio di andare in uno dei ristoranti più rinomati della città, in pienissimo centro e pagare una cifra che qui a Milano ti aspetteresti in pizzeria.

Ma, parafrasando De Gregori, è dai piccoli particolari che si giudica, ed ecco qui cosa vendono allo shop del bellissimo Albertina Museum:

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(Sì, è proprio l’action figure di Van Gogh, con tanto di pennelli, cavalletto e dipinto!)